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Merito

L'accordo di separazione esclude l'assegno divorzile

anche se lei rinunciò al lavoro per dedicarsi a lui

A sessant'anni, nonostante le doti intellettuali, l'ex non può lavorare ma manca di provare l'indisponibilità di mezzi adeguati: precedenti attribuzioni sufficienti a regolare il gap economico

Niente assegno divorzile a lei anche se si è dedicata al marito e alla casa nei quindici anni di matrimonio e oggi a sessant'anni suonati non può tornare nel mondo del lavoro. E ciò benché vi sia oggi un evidente squilibrio nella situazione economica delle parti. II punto è che non risulta certo che alla ex manchino mezzi adeguati per il sostentamento mentre le attribuzioni patrimoniali ottenute all'epoca della separazione devono ritenersi sufficienti a riequilibrare secondo giustizia l’apporto affettivo e morale fornito nel corso delle nozze da lei ai successi professionali di lui. E’ quanto emerge dalla sentenza 1726/19, pubblicata dalla sezione civile del tribunale di Perugia (giudice estensore Claudio Baglioni).

 

Dignità personale

Conta una fotografia per stabilire il coniuge debole ha diritto o no al contributo economico a carico dell'altro: è il frame che immortala la situazione economica delle parti al momento in cui è sciolto e i ruoli svolti da entrambi nel ménage familiare. E’ vero, la sentenza 11504/17 della Cassazione ha mandato in soffitta il criterio del tenore di vita in costanza dl matrimonio sostituendolo con l’autoresponsabilità dei coniugi. Ma bisogna anche tutelare il legittimo - e non trascurabile - affidamento che il coniuge ripone nel mantenimento dell'unita familiare, mentre la dignità personale resta un profilo fondante: oltre alla durata del rapporto pesa il contributo fornito dalla moglie che si dedica alla famiglia alla formazione del patrimonio comune e personale del marito, come hanno stabilito le Sezioni unite civili con la sentenza

18287/18.

 

Solidarietà esclusa

La moglie, nella specie, segue in giro per il mondo il marito ricercatore, che fa carriera. Incarna il ruolo della perfetta padrona di casa, facendo pubbliche relazioni per lui durante le cene eleganti che organizza. E adesso difficilmente potrebbe trovare un lavora nonostante le sue doti intellettuali: sia in Francia, dove vive senza essere cittadina, sia in Italia. Non deposita, tuttavia, denunce dei redditi aggiornate ne si capisce perché il suo contratto a termine non sia stato rinnovato. E a escludere il riequilibro del giudice con "assegno divorzile basta ciò che la signora ha già ottenuto: meta casa, l’auto e 43 mila euro versate in due rate. Anche se i trasferimenti sono serviti a regolare la con la separazione consensuale tanto basta a escludere l’obbligo di solidarietà del marito dopo il divorzio. Spese di lite compensate.

Dario Ferrara

Avvocato Marica Pesci

Piazza Giacomo Matteotti, 6/A,

20063 Cernusco sul Naviglio (MI)

tel. 02 92107933

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